27 Luglio 2024
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Una Festa della Donna a Siena.

09-03-2015 21:41 -
Sì, è stata davvero una bella esperienza! Le nostre Opossum (un suricato, secondo l'enciclopedia Ciullis Violae, un dentuto e simpatico grosso topo marsupiale, secondo altri) sono scese nella Città della Lupa che Senio (il bimbo di Remo) fondò dopo essere scappato dallo zio Romolo arrabbiato che gli voleva far fare la fine del proprio fratello e suo padre.
Là si teneva uno dei cinque concentramenti regionali Under 16. Tra le migliori quindici squadre della Toscana di questa categoria c'eravamo anche noi! Un sogno impensabile qualche mese fa? Forse, ma un meritato premio che queste ragazzine si sono guadagnato strada facendo, lavorando e migliorandosi.
Dalla parte opposta della rete c'erano le padrone di casa del Cus Siena e il Volley Livorno, con in campo quell'energumena della Pietrini (n° 7), lunga lunga, brava brava, che picchia delle botte che raramente si vedono a questi livelli, botte che si ricordano anche le nostre ragazze della serie C...
Le abbiamo affrontate ambedue dopo pranzo (a proposito, complimenti per come le bimbe hanno spolverato tutto quanto c'era nel piatto...).
Primo avversario il Cus: abbiamo subito sfatato la tendenza che ci voleva passive davanti a chi è più forte (Casciavola docet!) e abbiamo retto quasi sempre il confronto, riducendo al minimo i momenti di tragico sonno. Abbiamo giocato in 12 su 13 a referto, cosa che non è stato visto fare agli altri.
Dopo questa pur perduta gara, grazie alla lungimiranza della Federazione Pallavolo, Ambra e Alessia sono dovute tornare a casa per partecipare ed un corso... federale.
Siamo rimasti soli, e abbiamo dovuto affrontare Pietrini e compagne.
Ancora una volta siamo scesi in campo in 11 su 13 e abbiamo retto la botta. Certo, eravamo incerottati sia noi che loro ma mentre i nostri erano cerotti "da trauma" (scivolate, muri, difese a terra, ecc.) i loro erano da... usura. La nostra panchina era uno spasso! Mi dai il ghiaccio alla rotula, ma non mi fa male! Ho dolore alle ginocchia... voglio giocare! Il dito lo dovrei tenere steccato, ma la stecca l'ho tolta... Ho bisogno dello spogliatoio (dramma della chiave scomparsa, e già mi vedo a sfondare una porta...) ma è sempre scesa in campo regolarmente.
Altra sconfitta (e ti credo, hai visto chi c'era di là?) ma con onore, a testa alta, magari anche con qualche recriminazione verso la coppia arbitrale (mitico il "Vile, tu uccidi un uomo morto" di Ferrucciana memoria rivolto al 2°).
Contenti di due partite perse? Sarebbe un errore esserlo, ma vedere in esse i lati positivi è indispensabile per andare avanti nello sport. Tutti i nostri tifosi (genitori e altro) al seguito dimostrano ancora una volta quanto gli sport di squadra (ed il Volley femminile in particolare) facciano gruppo, rendendo unite nel bene e nel meno bene le singole. Un milione di grazie a chi ci ha accompagnato, con pazienza ed educazione, in questa avventura!
Sì, quel mezzo prete del professor Morgan, nel 1896, ideò un bel giochino (anche se lui lo chiamò "Mintonette". Meno male che qualcuno lo ribattezzò "Volleyball", altrimenti le nostre bimbe oggi sarebbero "Mintonettiste" e non "Pallavoliste"...).
paolo.

Fonte: Paolo.

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